Leonardo è una macchina unica nel suo genere, e per ospitarla è stato necessario preparare una sala, “white space”, progettata in modo da essere adatta alle sue esigenze.
In generale, il white space di un datacenter è dove vengono ospitati i rack, i server, i sistemi di storage e la distribuzione elettrica, a differenza del gray space, un’area dedicata a tutte le apparecchiature di back-end, come i chiller, i generatori e trasformatori, i gruppi di continuità e così via.
La struttura che ospita Leonardo si compone di tre livelli, per contenere le diverse infrastrutture necessarie al suo funzionamento:
- nel piano interrato si trovano i quattro tunnel indipendenti a servizio del sistema di cooling;
- al piano terra invece si trova la macchina vera e propria;
- al primo piano si trovano le quattro centrali dedicati alla trasformazione e distribuzione elettrica.
Anche per quando riguarda la prevenzione del rischio di incendio sono state fatte delle scelte specifiche, la capacità della struttura di conservare la resistenza meccanica sotto l’azione del fuoco è REI 240: ciò vuol dire che in caso di incendio, la sala è in grado, per 240 minuti, di impedire che il fuoco si propaghi ad altre parti della struttura, non permette ai gas di combustione di propagarsi e garantisce un isolamento termico che manterrà gli ambienti non interessati dall’incendio a una temperatura accettabile.
Il REI 240 è il massimo grado di resistenza possibile al momento, ed è uno dei requisiti per l’attestato di conformità ANSI/TIA 942-B rating 4, che certifica la capacità di un data center di garantire la continuità dei propri servizi anche in caso di eventi estremi.
Il pavimento della data room è, anch’esso, molto particolare. È di tipo sopraelevato, per consentire il passaggio delle tubazioni di raffreddamento sotto i rack, ed è costituito di pannelli modulari conduttivi detti “plotte”, misurano 600×600 mm con uno spessore di 35 mm, rinforzati con una lamina di acciaio e una struttura di tipo heavy duty con traversi speciali ad alta resistenza.
La combinazione delle “plotte” con la struttura ad alta resistenza consente di sopportare un carico massimo distribuito pari a 30 kN/mq, ovvero circa 3060 kg/mq, superiore a quello previsto della classe più alta (>12 kN) dalle normative vigenti in merito alle prestazioni dei pavimenti sopraelevati.
Per la realizzazione del cemento armato sono stati impegnati oltre 300 getti di calcestruzzo di almeno 100 metri cubi, e per armarlo è stata utilizzata una quantità di ferro pari a circa 450 tonnellate.
Tutto ciò si è reso necessario poiché nella sala sono ospitati oltre 150 rack per un peso complessivo di oltre 340 tonnellate: è come se nello spazio occupato dai rack di Leonardo fossero stipate più di 4700 persone.
Anche il solaio ha una portanza massima di oltre 10 volte lo standard: dove un solaio generico deve garantire un carico di 200 kg/mq, il soffitto di Leonardo può sopportare un carico massimo di 20kN/mq, ovvero 2040kg/mq. È realizzato con degli elementi prefabbricati e precompressi detti “copponi”, di luce libera pari a 23m, a cui saranno fissate le blindosbarre in alluminio che si occuperanno della distribuzione elettrica.
Nella galleria di seguito è possibile osservare le fasi di lavorazione della data room.
Più informazioni sul white space di Leonardo sono disponibili a questo link.